rischio rumore
Esposizione al rischio rumore sui luoghi di lavoro
Il rumore può provocare una serie di danni sulla salute il più grave, meglio conosciuto e studiato dei quali è l’ipoacusia, cioè la perdita permanente di vario grado della capacità uditiva.
Il rumore può agire inoltre con meccanismo complesso anche su altri organi ed apparati (apparato cardiovascolare, endocrino, sistema nervoso centrale ed altri), con numerose conseguenze tra le quali l’insorgenza della fatica mentale, la diminuzione dell’efficienza e del rendimento lavorativo, interferenze sul sonno e sul riposo e numerose altre.
Da non trascurare anche i possibili effetti sulla sicurezza: il rumore può determinare, infatti, un effetto di mascheramento che disturba le comunicazioni verbali e la percezione di segnali acustici di sicurezza, con un aumento di probabilità degli infortuni sul lavoro.
L’addestramento all’uso dei DPI per l’udito è obbligatorio.
In Italia il problema rumore è particolarmente evidente rispetto al contesto europeo; pur essendo un rischio in diminuzione rappresenta ancora una delle prime cause di malattia professionale denunciata all’INAIL.
Il Decreto Legislativo 81 del 9 aprile 2008 al Capo II del Titolo VIII prevede le misure di prevenzione e protezione contro l’esposizione professionale al Rumore, in particolare per la prevenzione del danno uditivo.
Il Decreto Legislativo 81/08 stabilisce che il datore di lavoro provveda alla valutazione dei rischi specifici da rumore e alla informazione, formazione dei lavoratori esposti con particolare riferimento:
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