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Il DPO nella pubblica amministrazione: uno strumento di sviluppo digitale

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Lo sviluppo digitale nella Pubblica Amministrazione

Da sempre si parla di sviluppo digitale della pubblica amministrazione (PA) come strumento di in grado di assicurare, da un lato risparmi significativi nella spesa pubblica (che è una delle principali voci di spesa delle finanze pubbliche), dall’altro di aprire nuovi mercati per le imprese innovative, con conseguenze rilevanti su occupazione, fatturato, PIL, welfare. Si stimerebbero benefici per circa 140 miliardi di euro all’anno purtroppo però, la situazione attuale mostra una PA non all’avanguardia nel campo digitale.
Il primo assaggio concreto del nuovo corso digitale in Italia arriva con il D.Lgs 179/2012 che, basandosi sulle norme di derivazione comunitaria, introduce nella PA i concetti di anagrafe unica nazionale, di dematerializzazione, di posta elettronica certificata, di cittadinanza digitale.
Da quel momento la digital transformation prende piano piano forma e la PA attualmente usa correntemente la PEC e la FatturaPA, monitora i tempi di pagamento sulla PCC, utilizza il nodo PagoPA per ricevere pagamenti dall’utenza, è dotata di piattaforme digitali per condividere, modificare ed archiviare documenti sia in entrata che in uscita.
Questo almeno in teoria perché, come emerge dai lavori del 2017 della Commissione parlamentare di inchiesta sulla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione ci sono diverse difficoltà che frenano il concreto e completo utilizzo di questi strumenti innovativi. Tra le varie criticità emerse preoccupano “la scarsa conoscenza ed applicazione della normativa relativa al digitale”, “la mancata dotazione negli anni da parte della PA di competenze tecnologiche, manageriali e di informatica giuridica necessarie”, i responsabili della transizione digitale (RTD), quando esistono (solo il 26% della PA ha nominato un RTD), risultano inadeguati, il più delle volte nominati per mero adempimento simbolico piuttosto che con la logica del cambiamento digitale.

Sviluppo tecnologico e data privay

La gestione della privacy nella pubblica amministrazione: un volano di sviluppo digitale

In questa direzione il supporto di competenze multidisciplinari come quelle presenti all’interno di Nord Pas consente agli enti pubblici di superare queste criticità con un approccio globale.
Ad esempio, un servizio che Nord Pas fornisce, è quello relativo al recepimento del Regolamento 679/2016 (GDPR) ovvero la normativa europea in materia di trattamento dei dati (GDPR) che ha reso obbligatoria la figura delDPO (Data Protection Officer)anche nella PA.
Tra le attribuzioni del DPO c’è proprio la Valutazione d’impatto sulla protezione dei dati (Privacy impact assessment o, più brevemente, PIA ) ovvero un documento che deve mappare la realtà dell’ente sotto varie angolature, tra cui, sicuramente, quella relativa stato di digitalizzazione dei processi e degli archivi, dove sono certamente contenuti i dati il GDPR si prefigge di tutelare.
Nord Pas fornisce questo servizio ai propri clienti e certamente la PA è tra quelli che, più di altri, deve porre l’attenzione su questi aspetti, anche perché la PIA potrebbe essere l’occasione per fare il punto zero rispetto alla proprio processo di digital transformation. Eseguire correttamente ed esaustivamente la descrizione dei trattamenti; la valutazione della necessità e proporzionalità dei trattamenti, la valutazione dei rischi e l’individuazione delle misure di protezione previste, può portare ad indentificare le lacune nello sviluppo digitale dell’ente. I consulenti di Nord Pas hanno le competenze per condurre questo processo con sicuri vantaggi per la PA sia per salvaguardare il Cliente da potenziali rischi non valutati e conseguenti sanzioni o danni generati dalla perdita e/o diffusione di dati ed informazioni, sia per permettergli di valutare concrete prospettive di risparmio.