Il R.E.N.T.RI: un nuovo SISTRI?


R.E.N.T. Ri è l’acronimo di Registro Elettronico Nazionale sulla Tracciabilità dei Rifiuti 

RENTRi un uovo Sistri?

 

Gestione rifiuti: cosa cambia con il D.Lgs. 116/2020 

 

Il D.Lgs. 116/2020 ha introdotto consistenti cambiamenti alla parte IV del D.Lgs. 152/2006. Tra questi la modifica all’art. 188-bis con l’introduzione, o meglio l’ufficializzazione (in quanto “nato” nel 2018, con il DL 135) del Registro Elettronico Nazionale sulla Tracciabilità dei rifiuti, che avrebbe dovuto racchiudere in sé il sistema per il controllo e la tracciabilità dei rifiuti. 

L’articolo rimandava, per la compilazione e tenuta del registro di carico e scarico e dei formulari di trasporto rifiuti, ad uno o più decreti del Ministro dell’ambiente, che non hanno mai visto la luce nemmeno nel neo istituito Ministero della Transizione ecologica.  

Ad oggi è presente unicamente uno schema di decreto, che sembra aver complicato le cose più che semplificarle. Infatti sono presenti i classici rimandi normativi, che non permettono di avere ben chiari da subito quali siano i soggetti obbligati all’utilizzo del Registro Elettronico Nazionale. Una volta ricavati, si nota come tra i soggetti obbligati ci siano dei generici “produttori di rifiuti pericolosi”, obbligo dunque ampliato alle categorie prima escluse da MUD e tenuta del registro di carico e scarico. Inoltre non viene chiarito se l’attuale esenzione dal MUD per imprese ed enti produttori di rifiuti non pericolosi con meno di 10 dipendenti sarà ancora valida.  

Si fa inoltre un passo indietro sull’invio della quarta copia del formulario di trasporto, che dovrà essere sempre cartacea anche a seguito di un primo invio mediante PEC. Copia cartacea che sarà valida anche per agevolare i controlli su strada. Per quanto riguarda i registri ampliato, ma in negativo, il concetto di unità locale, che adesso verrà identificata anche solo da un interno diverso, non più solamente da un numero civico.  L’intera struttura si avvarrà inoltre del supporto operativo e tecnico dell’Albo Nazionale Gestori Ambientali, senza che si noti un cenno di consultazione di associazioni imprenditoriali, che potrebbero aiutare a snellire una struttura che già si preannuncia complessa.  

Il rischio è dunque quello di proporre una sorta di nuovo SISTRI, che tanti malumori ha creato negli anni addietro, pur nato con nobili intenti?

Ai posteri la sentenza, in attesa dei decreti definitivi. 

Per approfondimenti alleghiamo la BOZZA DI DECRETO.